Ogni anno sono oltre 10.000 le persone colpite dal tumore del pancreas in Italia. Si stima che ogni anno si manifestino 5.500 casi tra gli uomini e 5.900 tra le donne. La diagnosi è per lo più tardiva e nell’80% dei casi il tumore non è più operabile al momento della scoperta della malattia.
Nel numero dell’agosto 2015 di Clinical Cancer Research è apparso un articolo in cui si descrive l’efficacia straordinaria di un semplice test sulle urine nella diagnosi precoce del tumore del pancreas. Il test ricerca 3 proteine (LYVE1 , REG1A, TFF1), presenti esclusivamente nei portatori di tale malattia ed assente nei soggetti sani o nei pazienti affetti da altre patologie.
Nel corso dello studio sono stati analizzati 500 campioni di urina: meno di 200 prelevati da pazienti con cancro al pancreas, 92 da persone con pancreatite cronica, 87 da volontari sani e i restanti da pazienti con lesioni benigne o tumorali a fegato e cistifellea. Delle 1.500 proteine trovate nei campioni, LYVE1, REG1A e TFF1 sono risultate più alte nelle persone con tumore pancreatico, e più basse nei pazienti con pancreatite cronica. Le 3 sostanze potrebbero dunque rappresentare una firma proteica del tumore.
Benché siano necessarie ulteriori indagini, che riguarderanno in particolare gli individui a maggior rischio genetico di ammalarsi, la novità viene accolta con entusiasmo da ricercatori e associazioni.
Il test naturalmente attende una ulteriore verifica su larga scala, come dice l’autore dell’articolo, Nick Lemoine, ma il poter diagnosticare precocemente un tumore pancreatico porterebbe gli indici di sopravvivenza o guarigione ad oltre il 60-80%, a seconda della precocità della diagnosi.
Quindi l’approccio chirurgico, laparoscopico, sarà alla base di un processo di cura e non, come ora , solo l’inizio di un trattamento palliativo.
Leggi l’articolo originale: Identification of a Three-Biomarker Panel in Urine for Early Detection of Pancreatic Adenocarcinoma