Laparoscopia e anestesia parziale: si può fare!

Una delle maggiori paure di un paziente nell’affrontare un intervento chirurgico è quella di essere sottoposto ad anestesia. Si tratta di una paura del tutto infondata, soprattutto nei pazienti sani, che non abbiano malattie cardiologiche o polmonari importanti. Durante l’anestesia, infatti, il paziente viene collegato ad una macchina che lo fa respirare ed allo stesso tempo l’anestesista controlla, ed eventualmente corregge i suoi valori. Questa è l’anestesia generale.

Esiste poi una anestesia che viene effettuata iniettando nella colonna vertebrale un anestetico locale che blocca la sensibilità di quelle parti del corpo , situate al di sotto del livello dell’iniezione; generalmente viene impiegata per i parti, per la prostata o, comunque, per interventi al di sotto dell’ombelico.

In alcuni centri, come quello in cui lavoro, è stata sviluppata l’anestesia spinale/epidurale per gli interventi in laparoscopica. Si tratta di un grande vantaggio per il paziente, soprattutto se anziano o con patologie associate, che rimane sveglio, in grado di parlare, comprendere e rispondere alle domande. Qualora la situazione lo innervosisse, l’anestesista è in grado di somministrargli dei tranquillanti che lo portano in uno stato di dormiveglia.

In pratica i pazienti sottoposti a questo tipo di anestesia non si addormentano ma, soprattutto non si devono risvegliare, che è la fase più faticosa per l’organismo.

Questa anestesia per lungo tempo è stata limitata ma attualmente alcuni anestesisti si sono dedicati a sviluppare questa tecnica, a partire dagli studi dell’Università di Tampa (Florida).

D’altronde è mia esperienza personale quella di operare pazienti ad alto rischio in aree geografiche senza terapia intensiva o addirittura con un’assistenza postoperatoria minima, come avviene nelle regioni più povere dell’Africa.

Grandi interventi in laparoscopia, in malati molto critici, riducendo i rischi, possibili solo con l’anestesia spinale/epidurale

A breve pubblicherò un filmato di un paziente sottoposto ad intervento chirurgico che racconta le proprie impressioni.

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