Domande frequenti e consigli sulla chirurgia laparoscopica
Certamente, non vi è alcuna controindicazione ad eseguire una seconda procedura laparoscopica; al contrario il chirurgo dovrebbe trovare un minor numero di aderenze.
Assolutamente no. L’impiego della laparoscopia in età pediatrica è previsto e corretto a condizione che la struttura presenti un’adeguata attrezzatura e che il chirurgo abbia una adeguata preparazione in materia.
Nel suo caso l’indicazione chirurgica è assolutamente laparoscopica, come espresso dalle linee guida internazionali. Infatti l’intervento laparoscopico prevede l’accesso alla regione per una via differente priva di tessuto cicatriziale, e quindi permette di rispettare i vasi che vanno al testicolo ed il dotto deferente. Inoltre lo spazio di lavoro più ampio consente di impiantare una rete di maggiori dimensioni, con maggior possibilità di successo. Ricordi però che l’intervento laparoscopico prevede il ricorso all’anestesia generale e deve essere effettuato da un chirurgo con buona esperienza laparoscopica.
Si, senz’altro. Le cisti spleniche costituiscono una indicazione ideale alla laparoscopia. Le dimensioni non sono un problema perché la milza, una volta staccata dalle sue connessioni vascolari, viene introdotta in un sacchetto, sminuzzata e poi estratta.
Se gli esami radiologici ecografia, TAC e/o RM non hanno dimostrato nessuna patologia, è sicuramente indicata una laparoscopia. Questa procedura, che nel suo caso può essere eseguita anche solo con una piccola incisione nell’ombelico, permette di diagnosticare – ed allo stesso tempo curare – molte patologie. Le più frequenti sono: sindromi aderenziali, endometriosi, infezioni croniche delle tube, cisti ovariche o degli annessi.
Assolutamente inesatto. Il trattamento chirurgico delle ernie iatali è sempre possibile in laparoscopia, tranne nei casi in cui vi siano controindicazioni di tipo generale (cardiache o respiratorie gravi).
Le dimensioni della neoplasia non sono una controindicazione. Se assume farmaci anticoagulanti dovrà, assieme al suo cardiologo, sostituirli con una eparina a basso peso molecolare.
Purtroppo no, sia per le condizioni locali che per la difficoltà al raggiungimento di una radicalità.
La fine degli episodi di reflusso se le indicazioni all’intervento sono corrette e sono stati fatti i giusti esami nel preoperatorio ed ovviamente se l’intervento è stato ben condotto.
Il reflusso deve essere frequente, con episodi giornalieri e la necessità di assumere farmaci quotidianamente . È una indicazione anche quella di avere disturbi extradigestivi, primo fra tutti la tosse continua od episodi di asma, bronchiti ricorrenti, sinusiti ricorrenti. Queste indicazioni poste su base clinica vanno comunque confermate da un’opportuna serie di esami diagnostici.
L’indicazione all’asportazione di una cisti ovarica è data dalle dimensioni e da alcune caratteristiche (tipo di liquido, presenza di setti, tipo di parete), che è possibile vedere bene con una risonanza magnetica. In ogni caso può essere operata in laparoscopia.
No, le linee guida internazionali prevedono che i tumori di dimensioni contenute possano essere asportati risparmiando il rene. Solo quelli più grandi richiedono il sacrificio dell’organo, come anche quelli che interessano i vasi del rene stesso. In ogni caso, se il rene controlaterale è sano, la dialisi è un evento remoto.
Sì, si chiama tecnica NOTES (natural orifice endoscopic surgery). È una tecnica poco praticata, in quanto è necessario comunque eseguire una ferita nella parte profonda della vagina. Esistono però altre tecniche per rendere invisibili le cicatrici.