Cisti ovariche

Per cisti ovarica si intende una raccolta di liquido, rivestita da una sottile parete, che si forma all’interno dell’ovaio, o che origina dall’ovaio. Il termine “cisti ovarica” comprende in realtà una serie di patologie, alcune legate agli ormoni femminili, altre a cause diverse.

Vengono classificate come:

  • Cisti follicolari: determinate dalla mancata rottura del follicolo dopo l’ovulazione. Hanno caratteristiche di benignità, spesso si risolvono spontaneamente, dopo qualche mese. Possono raggiungere grandi dimensioni (10 cm) e complicarsi con rottura e torsione. Qualora non vi fosse diminuzione delle dimensioni si deve ricorrere all’asportazione chirurgica.
  • Cisti luteiniche e tecoluteiniche: derivano dalla mancata rottura del follicolo dopo la formazione del corpo luteo. Non raggiungono grandi dimensioni, possono dare importante sanguinamento in caso di rottura ed irregolarità mestruali.
  • Cisti endometriosiche: vedi la sezione dedicata all’endometriosi.
  • Cisti dermoidi e teratomi cistici: sebbene siano congenite, possono essere riscontrate a qualsiasi età; derivano da un alterato sviluppo del tessuto germinale dell’ovaio, che si sviluppa dando origine ai tre tessuti che sono alla base dello sviluppo del feto (neuro-ectodermico, mesodermico, endodermico). Per questo motivo hanno la caratteristica di contenere al loro interno residui di tessuti (ossa, cartilagine, peli, denti) e possono diventare molto voluminose. Una percentuale di teratomi è o diventa un teratocarcinoma, una forma di neoplasia maligna altamente aggressiva.
  • Cistoadenoma sieroso: tumore ovarico benigno, estremamente frequente, può subire una trasformazione maligna nel tempo in circa il 25% dei casi; ha caratteristiche ecografiche precise, specie nella sua variante papillare. Richiede sempre l’asportazione chirurgica.
  • Cistoadenoma mucinoso: ha la caratteristica di poter raggiungere grandi dimensioni (40-50 cm) e di potersi trasformare in una neoplasia maligna, ha una parete spessa. Richiede sempre l’asportazione chirurgica.

Esistono poi molte forme di lesioni ovariche, cistiche e non, e delle neoplasie a malignità bassa o intermedia (tumori borderline) che richiedono considerazioni specifiche.

La diagnosi?

La diagnosi di cisti ovarica è molto semplice e si basa principalmente sull’ecografia addominale, sull’ecografia transvaginale e sulla risonanza magnetica (RM).

Questi esami sono in grado di stabilire con una certa precisione, se condotti da radiologi esperti, quali siano le caratteristiche della cisti (dimensioni, contenuto, spessore di parete, ecc.) e quali siano le possibilità che la cisti vada incontro a trasformazione maligna o se vi sia il sospetto che sia già avvenuto.

Esistono dei criteri ben codificati per stabilire la possibile malignità di una cisti ovarica , già solo con l’ecografia. A tutto ciò deve essere aggiunto il dosaggio di alcuni marker tumorali, oltre ai dosaggi degli ormoni.

Complicanze

Le complicanze più frequenti delle cisti ovariche sono costituite dalla rottura, dalla torsione e dalla cancerizzazione.

La rottura è più frequente nelle cisti ovariche a più rapido accrescimento ed avviene proprio per la pressione del liquido che si accumula rapidamente all’interno senza dare il tempo alla parete di ispessirsi. La lacerazione della parete e di una porzione di ovaio può provocare un sanguinamento, anche molto abbondante, che può mettere a rischio la vita della paziente se non affrontato con tempestività.

Nel caso di rottura la paziente lamenterà in pieno benessere la comparsa di un dolore addominale molto violento, nella zona più bassa dell’addome stesso. Questo dolore si irradia alla vagina e all’ano, è accompagnato da vomito, sudorazione ed in qualche caso da episodi sincopali (svenimento).

La torsione provoca un dolore acuto e violentissimo alla parte inferiore dell’addome, accompagnata da nausea, vomito, chiusura dell’alvo o diarrea, difficoltà alla palpazione di una porzione di addome per la presenza di una tumefazione dolentissima alla pressione. La torsione avviene perché la cisti, più pesante dell’ovaio, lo sbilancia ed in seguito a movimenti del corpo lo fa ruotare sul proprio asse vascolare. Il sangue non giunge più a tuba ed ovaio che si deteriorano e vanno incontro a necrosi nel giro di alcune ore.

La cancerizzazione delle cisti ovariche è caratteristica soprattutto di quelle che risultano essere costituite da un cistoadenoma che si trasformerà in un cistoadenocarcinoma. Solo un accurato monitoraggio ecografico e con RMN sono in grado di porre il sospetto di avvenuta trasformazione della cisti, insieme al dosaggio ripetuto dei marker tumorali. È comunque norma universale quella che pone indicazione all’asportazione delle cisti ovariche ingravescenti che superino i 5 cm.

Quale cura?

Le cisti ovariche, se molto piccole e senza sospetto di trasformazioni maligne, possono essere osservate periodicamente con controllo ecografico ed eventuali squilibri dei livelli ormonali corretti con la somministrazione di farmaci estroprogestinici (pillola).

Negli altri casi si deve fare ricorso alla chirurgia, che, nelle donne fertili, cercherà se possibile di asportare solo la cisti, risparmiando l’ovaio, Nelle donne in menopausa si asporterà l’ovaio assieme alla tuba, e si potrà estendere la asportazione anche alla tuba ed all’ovaio dal lato opposto.

E la chirurgia laparoscopica?

La chirurgia laparoscopica è stata utilizzata proprio per scopi ginecologici fin dal suo inizio, intorno al 1940. Attualmente costituisce il metodo migliore per affrontare le cisti ovariche e le patologie ginecologiche in genere; infatti la visione magnificata e la gentilezza e raffinatezza dei movimenti possibili in laparoscopia permettono di ottenere, quando possibile, il salvataggio dell’ovaio affetto da patologia cistica e la sua ricostruzione che lo rendono efficiente sotto il profilo della sterilità.

Nelle cisti di grandi dimensioni che abbiano anche caratteristiche di benignità è possibile eseguire alcuni artifici che ne permettono la riduzione di volume, senza che il liquido contenuto venga a contatto con il peritoneo. Questi artifici (ad esempio l’uso di un sacchetto) possono essere impiegate anche per quelle cisti che si presentino con un dubbio diagnostico.

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