Quadranti Addominali

Capire il dolore addominale

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sofferto di dolore addominale. Talvolta il dolore viene da solo, altre volte è associato ad altri sintomi, che possono essere febbre, nausea, vomito o molti altri. Capire di cosa si tratti non è sempre facile, soprattutto senza alcun aiuto da parte degli esami strumentali come ecografie, radiografie e TAC.

Buona parte del mio lavoro consiste proprio nell’ occuparmi di pazienti che si lamentano di dolore addominale, quindi nel fare la diagnosi e nel capire se la persona che ho davanti avrà o meno beneficio da un intervento chirurgico, se l’intervento deve essere fatto subito o si può aspettare; una volta che il quadro si sia chiarito è necessario spiegare al paziente la situazione e questo non è sempre facile perché bisogna tradurre un linguaggio incomprensibile, come quello scientifico o medico, in concetti semplici. Ho voluto scrivere questo post ed altri che seguiranno con lo scopo di cercare di spiegare in anticipo e con illustrazioni le varie situazioni patologiche che sono correlate al dolore addominale.

Per questo nella medicina ottocentesca si diceva che il dolore addominale fosse “la tomba del medico”, ed all’epoca, anche spesso del paziente, aggiungerei io. Per la difficoltà nella diagnosi, infatti, molti pazienti rischiavano la morte per malattie anche banali, come l’appendicite.

Ad esempio l’incoronazione di Edoardo VII fu rinviata a causa dei dolori addominali del sovrano, dovuti ad un’appendicite. Suonarono a festa tutte le campane di Londra quando il re sopravvisse all’intervento, nel 1902; l’appendicectomia era allora considerata sperimentale, e fu eseguita da Lister nella music room di Buckingam Palace.

Parlare del dolore addominale in poche righe è veramente difficile e complesso. Il dolore si può manifestare all’improvviso o essere cronico, può essere ricorrente, cioè ritornare periodicamente, in occasione di avvenimenti scatenanti. Inoltre il dolore ha una causa differente a seconda della sua localizzazione. Per meglio comprenderne la causa bisogna dividere l’addome in nove quadrati.

  • In alto a destra si trova l’ipocondrio destro che in parte è occupato dalle costole, al di sotto delle quali è presente il fegato, la colecisti, il duodeno, il rene destro, e l’angolo destro del colon.
  • Superiormente al centro è presente l’epigastrio e qui si trovano lo stomaco, il colon trasverso e la giunzione gastroesofagea, oltre al pancreas.
  • In alto a sinistra le costole proteggono l’ipocondrio sinistro che contiene la milza, la coda del pancreas, l’angolo sinistro del colon ed il rene sinistro.

Nella fascia centrale distinguiamo sempre tre quadrati.

  • A destra, chiamato fianco destro, è posto il rene destro e l’uretere, il tubicino che porta l’urina in vescica, e la parte ascendente del colon destro.
  • A sinistra, fianco sinistro, sono presenti gli stessi organi dell’altro lato, colon sinistro, uretere e rene sinistro.
  • Al centro, in corrispondenza dell’ombelico, il quadrato è chiamato mesogastrio, e il dolore in questa sede è da riferirsi all’intestino tenue o all’aorta.

Anche nella fascia inferiore distinguiamo 3 quadrati:

  • Nel quadrante di destra, chiamato fossa iliaca destra oltre all’uretere destro sono presenti l’appendice, la prima parte del colon destro (chiamata cieco) e nella donna l’ovaio e la tuba o tromba di Falloppio.
  • A sinistra, nel quadrato chiamato fossa iliaca sinistra, sono presenti la parte finale del colon, chiamata sigma, l’uretere, nella donna ovaio e tuba. È questa la sede prediletta in cui si manifestano i sintomi della diverticolite.
  • Infine il quadrato centrale, in basso, definito comunemente basso ventre, in medicina chiamato ipogastrio, è occupato dalla vescica, dall’utero e da ovaie e tube, ovviamente nella donna.

Già da questa prima descrizione si può capire come la sede del dolore addominale possa orientare sulla diagnosi; un’appendicite, che è posta in basso a destra non darà dolore in alto a sinistra, come una calcolosi della colecisti non darà dolore in basso a sinistra. In realtà se così fosse la diagnosi la potrebbe fare un algoritmo su di un computer o un automa. Non servirebbe a nulla ascoltare il paziente ed i sintomi che riferisce. Non servirebbe a nulla neanche visitarlo, cosa che molti medici omettono di fare, affidandosi alla tecnologia. Invece la maggior parte delle volte è proprio il colloquio con il paziente che ci permette di inquadrare il problema e di fare diagnosi, anche affidandoci alle sue reazioni alla palpazione dell’addome ed alle reazioni di dolore della parete addominale.

Naturalmente alla prima impressione devono seguire esami mirati, sia per verificare la correttezza della diagnosi che per vedere l’estensione e la gravità della malattia; ecografia, esami del sangue, TAC, risonanza magnetica ed endoscopie (gastro o colonscopia) sono le tecnologie principali ma, alcune patologie, necessitano di una più approfondita diagnosi come manometrie o phimpedenzometrie.

Nei post successivi esaminerò per voi le varie situazioni patologiche addominali e la loro soluzione. Ci occuperemo di:

  • Calcolosi della colecisti e colecistite acuta, dei loro sintomi e della tecnologia più avanzata per curarla
  • Calcolosi della colecisti e del coledoco e dei moderni metodi di trattamento mininvasivo
  • Diverticolosi e diverticolite del colon, sempre più diffuse nel mondo occidentale
  • Cisti e tumori del rene, che possono spesso essere curati con tecnica mini invasiva salvando il rene
  • Malattie e tumori del surrene, un organo profondo, piccolo, ma che può provocare gravi squilibri ormonali
  • Ernia iatale e reflusso gastroesfageo che, come vedremo, sono patologie spesso trascurate ma in grado di arrecare grandi sofferenze al paziente e di rendergli la vita di relazione difficile
  • Le patologie dell’apparato genitale femminile, come cisti ovariche, infezioni, fibromi uterini od endometriosi
  • Aderenze e sindromi aderenziali, che si sviluppano dopo interventi chirurgici o infezioni addominali, e che determinano un dolore addominale che dura per anni e si associa a crisi occlusive

Purtroppo non è sempre così semplice fare diagnosi perché il dolore può essere diffuso, sfumato, nervose sofferenti. Per questo, al di là delle moderne tendenze di affidarsi alla tecnologia e quindi venire solo in certe occasioni e pur manifestandosi sull’addome avere origini distanti, come radici ad ecografie, TAC e via dicendo, penso che ascoltare bene il paziente e visitarlo con cura sia la base per raggiungere la diagnosi.

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14 commenti su “Capire il dolore addominale”

  1. Buongiorno. Circa 3 mesi fa nel bel mezzo della notte, sono stato svegliato da uno spasmo al fianco centrale destro che è andato via dopo pochi secondi. La mattina seguente ho avuto un bruciore alla fossa iliaca destra che dopo giorni è andata via. In quei giorni ho avuto stipsi. Oggi, a distanza di tempo, avverto un fastidio addominale di non facile definizione. Quali esami mi consiglia di effettuare? Grazie mille X I suoi consigli.

      1. Salve Dott ,le scrivo nel mezzo della notte,mi sono svegliata con dolore in basso ventre che si è subito protratto in zona intorno all’ ombelico. Da anni,soffro di dolori addominali,ho fatto la colonscopia di recente e mi hanno detto che ho un dolico colon e mi hanno asportato un piccolo polipo sessile,il risultato è adenoma tubulare a bassa indennità,il controllo tra due anni. In più ho un piccolo polipo endometriale che però nn si riesce a capire se’ abbia un infezione pelvica. Ho fatto una tac senza contrasto ed ho ispessimento delle anse del tenue. Sono splenectomizzata per angioma artovenoso 2008 e appendicectomia nel 2009. Non posso più fare una vita così,con dolore e paura,la prego,mi dia un consiglio, grazie infinite.

          1. Caro Dott,la sua mail ,nn l ho mai trovata evidentemente tempo fa ,devo averla erroneamente cancellata,cmq ,la situazione sta peggiorando. Un caro saluto

        1. Ciao Sai che io ho dei problemi simili ai tuoi polipo endometriale ho tolto un pezzo di tuba e l’appendicite in un precedente intervento adesso dolore al bacino e alla coscia Tu sei riuscita a trovare una soluzione

      2. Dottore buongiorno. Quando mi piego in avanti per lavoro nel momento che mi tiro su avverto una fitta nella parte bassa dell’addome. Passa subito e non succede ogni volta. Alla palpazione nessun dolore. Soffro da qualche mese di ansia e ipocondria e sento spesso l’addome come se fosse in tensione

  2. Salve dottore sono stata operata già in passato il laparoscopia perché in seguito ad un intervento di rimozione fibromi in laparotomia si era attaccato l’utero all’intestino mi hanno tolto un pezzo di tuba e l’appendicite a distanza di tempo ora ho un dolore all’osso del bacino che si irradia alla coscia tutto lato destro sospettano spondiloartrite ma il mio timore è che siano ritornate le aderenze Come posso fare eventualmente ad avere un consulto con lei Grazie

  3. Complimenti Dottore un articolo molto chiaro ed esaustivo. Lo ho salvato per farlo leggere al mio medico ed al gastroenterologo dove mi ha mandata il mio medico. Nessuno dei due che mi abbia palpito addome o sentito con stetoscopio ne guardato la lingua che è bianca. È più di un mese che ho dolori addominali e mi danno simeticone, noremifa, omeprazolo… Il gastroenterologo mi ha fatto una ecografia dove ha solo trovato fegato grasso. Quando ho detto che da un’altra ecografia risultava tanta aria nelle anse mi ha detto che si infatti la vedeva anche lei però sul referto non ha scritto nulla. Mi ha detto che prima bisogna aggiustare stomaco e poi intestino (bo…io sapevo il contrario…) è soprattutto la cosa scandalosa e che, come fanno tutti ultimamente, mi è stata3/4 della visita a sponsorizzarmi una dieta chetogenica di una certa marca, del mio mal di stomaco? Intestino? se ne è parlato pochissimo e non ho una diagnosi. Cosa posso fare?

    1. Buongiorno,
      la ringrazio per i complimenti. Purtroppo mi è difficile risponderle con i pochi elementi che mi ha dato, in quanto le cause possono essere molte.
      Se vuole mandarmi qualche elemento in più sui suoi sintomi e su analisi che ha fatto non esiti a scrivermi doc.benini@gmail.com e cercherò di aiutarla.
      Cordiali saluti

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